Ponti termici
I nodi costruttivi sono generalmente elementi di discontinuità nei materiali e di forma che causano un’anomalia termica denominata “ponte termico“.
Un dettaglio non correttamente progettato e/o eseguito può comportare un aumento delle perdite di calore ed un abbassamento della temperatura superficiale interna con conseguente possibile formazione di condensa superficiale e di muffe.
I nodi con discontinuità dei materiali (per esempio le tipiche giunzioni tra muratura ed elementi in c.a.) richiedono inoltre alcuni accorgimenti di posa per evitare o comunque limitare fenomeni di cavillatura o fessurazione.
Di seguito si riportano alcuni nodi tipici che interessano le murature POROTON®, con indicazione delle corrette modalità di posa per la correzione del ponte termico e per prevenire, ove necessario, problematiche di fessurazione.
Giunzione tra tamponature e telai in c.a.
Quando si realizzano murature di tamponatura inserite in telai in cemento armato ricorre molto spesso il problema di evitare che, in corrispondenza del contatto tra i due materiali, si manifestino fenomeni di fessurazione che, pur non intaccando l’integrità della struttura dell’edificio, compromettono l’aspetto estetico delle pareti. [Fig. 7a]
Il fenomeno può essere dovuto ad effetti di dilatazione termica differita (i due materiali a contatto presentano infatti coefficienti di dilatazione termica diversi), o da semplici assestamenti dell’edificio che si possono manifestare, per esempio, in presenza di scosse sismiche anche di debole intensità.
Per limitare gli effetti sopra descritti si consiglia di inserire nell’intonaco una sottile rete metallica o in fibra di vetro, estesa per circa 20-30 cm ai lati della zona di giunzione tra tamponatura e c.a. soggetta alla possibile fessurazione. [Fig. 7b]
Fig. 7a – Collegamento tra muratura di tamponatura e telaio in c.a.: soluzione non corretta
Fig. 7b – Collegamento tra muratura di tamponatura e telaio in c.a.: soluzione corretta con riduzione del ponte termico del pilastro
Protezione dei ponti termici
È bene ricordare che, in presenza di elementi in c.a. quali cordoli di piano, pilastri, travi, è necessario prevedere una adeguata protezione del ponte termico innescato da tali elementi.
Questa può essere realizzata con materiale isolante, eventualmente abbinato ad un elemento in laterizio di ricoprimento.
In tal caso si ottiene inoltre l’uniformità della superficie da intonacare, altrimenti è consigliabile inserire nell’intonaco una sottile rete metallica o in fibra di vetro, estesa per circa 20-30 cm ai lati della zona di giunzione tra elemento in c.a. e muratura al fine di limitare il rischio di fessurazione.
Nel caso di cordoli di solai o travi di bordo è opportuno realizzare tali elementi con una opportuna rientranza rispetto al filo esterno della muratura in modo da poter isolare adeguatamente il ponte termico. [Figg. 8a, 8b]
Fig. 8a – Particolare non corretto dell’attacco muro-solaio
Fig. 8b – Particolare corretto dell’attacco muro-solaio
Collegamento tra muri portanti e solai
Nelle strutture in muratura portante il compito di ripartire le azioni orizzontali alle murature è affidato ai solai, i quali di norma devono avere una adeguata rigidezza ed essere collegati alle murature mediante cordoli in c.a..
In presenza di solai con soletta in c.a. armata e gettata in opera possono verificarsi ritiri anche molto elevati, soprattutto se il calcestruzzo è gettato con rapporto acqua/cemento troppo elevato o risulta essere di granulometria fine, oppure se non è sufficientemente protetto in fase di maturazione.
Poiché la soletta è armata, tali ritiri non possono annullarsi localmente, all’interno della soletta stessa, ma necessariamente vanno a scaricarsi in corrispondenza del nodo muro-cordolo-solaio.
Allo stesso modo, se il solaio è troppo deformabile, la sua deformazione può causare una rotazione agli appoggi che tenderà a sollevare il cordolo, o a caricarlo eccentricamente, staccandolo dalla muratura sottostante.
Si possono così verificare fessurazioni orizzontali in corrispondenza dell’ultima soletta per l’azione combinata di ritiro del calcestruzzo e rotazione del nodo.
Tali fessurazioni possono comparire anche uno o due corsi al di sotto del solaio a causa della penetrazione del calcestruzzo del getto all’interno dei fori verticali del corso di blocchi a contatto con il cordolo e conseguente “solidarizzazione” di uno o due corsi di blocchi con il solaio. [Fig. 9]
Fig. 9 – Meccanismo di sviluppo della fessura a causa della penetrazione del cls del getto del cordolo del solaio all’interno della muratura e per azioni di ritiro del getto della soletta
Questi inconvenienti possono essere prevenuti e limitati adottando alcuni accorgimenti:
- i solai siano opportunamente rigidi e di altezza adeguata (cioè non inferiore allo spessore minimo ammesso dalle norme tecniche vigenti);
- la soletta di calcestruzzo sia protetta dal’irraggiamento diretto o comunque sia bagnata a sufficienza per i primi giorni dopo il getto, in modo da contenere il valore finale del ritiro; [Fig. 10]
- fra muratura e cordolo sia disposta una guaina o sia realizzato un giunto di malta terminale sulla muratura prima del getto del solaio, in modo da impedire la penetrazione del getto nei fori dei blocchi e consentendo la libertà di piccoli assestamenti; [Fig. 10]
- la continuità della soletta sia interrotta, soprattutto in caso di impalcati di grande dimensione, mediante un giunto realizzato ad esempio evitando la sovrapposizione fra pannelli di rete adiacenti.
Fig. 10 – Accorgimenti per evitare la penetrazione del cls del getto del solaio nel muro